Quartiere ebraico Roma
Roma non stanca mai ed il Ghetto Ebraico di Roma ne è la testimonianza. Ogni volta che ti trovi a passeggiare nelle strade della capitale saprà stupirti e potrai trovare sempre qualcosa di nuovo da fare
Una delle tappe meno turistiche ma assolutamente da non perdere è il Ghetto Ebraico che è considerato uno dei più antichi del mondo e purtroppo ricordato per il rastrellamento del 16 ottobre del 1943.
Il quartiere ebraico però è molto più di questo, infatti vediamo passo dopo passo tutte le cose che è possibile visitare al suo interno.
Ghetto ebraico di Roma: origini e storia
Papa Paolo IV ne ordinò la costruzione nel 1555 revocando tutti i diritti degli ebrei romani dotandolo di soli accessi per entrare ed uscire. Il ghetto di Roma è considerato il più antico del mondo occidentale. La vita per gli ebrei diventò molto dura sottoponendoli ad una serie di obblighi e divieti:
- obbligo di risiedere all’interno del ghetto e di portare sempre con se un segno distintivo di appartenenza alla comunità ebraica
- proibizione di esercitare ogni tipo di commercio ad eccezione di stracci e vestiti e di possedere beni immobili.
Gli ebrei non si fecero abbattere e grazie ai divieti diventarono astuti commercianti di abbigliamento e grandi uomini d’affari nel campo dei prestiti.
Il 16 ottobre 1943 i nazisti circondarono il quartiere e prelevarono con la forza oltre 1.000 ebrei prelevandoli dalle loro abitazioni. Due giorni dopo i prigionieri furono deportati ad Auschwitz caricandoli sui vagoni di un treno: dei 1.023 deportati solo 16 sopravvissero allo sterminio.
Il ghetto, con il passare del tempo, ha allargato sempre più i propri confini territoriali fino alla “liberazione” del 1949 quando, a seguito della proclamazione della Repubblica Italiana, fu abolita la segregazione.
Cosa visitare al quartiere ebraico?
Realizzato in stile liberty e di arte babilonese e inaugurata ai primi del Novecento, la Sinagoga è l’elemento di maggior pregio del ghetto e simbolo indiscusso di libertà civile e religiosa della comunità israeliana.
Nel 1982 fu oggetto di un attentato terroristico, che fortunatamente non danneggiò l’edificio.
Il cuore della parte più antica del Ghetto ebraico è Il Portico d’Ottavia, che doveva essere una costruzione colossale con 140 m. di lunghezza del suo frontale, con quello che rimane del colonnato dedicato alla sorella dell’imperatore Ottavia Minore.
La chiesa di S. Angelo in Pescheria, in via del Portico di Ottavia, che si inserisce tra le colonne del Portico d’Ottavia, lato posteriore.
In piazza Mattei è situata la Fontana delle Tartarughe che fu costruita tra il 1581 e il 1588. Le tartarughe furono aggiunte nel 1658 e sono da attribuirsi a Gian Lorenzo Bernini.
Vicino al Ponte Quattro Capi sul lungotevere, detto anche “Pons Judaeorum” che collega all’isola Tiberina è situata la chiesa di San Gregorio in Divina Pietà, sulla quale si trovava l’ospedale ebraico.
Scopri il Quartiere Ebraico
Come arrivare al ghetto ebraico?
Partendo dalla Stazione Termini
- Prendete l’autobus N°40, e scendete alla fermata “Argentina”
- Salite sulla linea 8 e scendete alla fermata Arenula-Min.G.Giustizia, vi ritroverete così davanti alla Sinagoga di Roma
- Entrate sul lungotevere Cenci, di fronte all’isola Tiberina
- Siete arrivati al Ghetto ebraico di Roma.
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